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RIFIUTI
FORMAGGIO E BIRRA
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- Creato Lunedì, 11 Agosto 2008 15:29
di Chris Jeavans
9 agosto 2008
Come molte persone mi hanno fatto notare nei post di ieri, un modo di per evitare aggeggi nella birra in lattine è di comprare birra in bottiglia.
Casa mia nella contea di Staffordshire è rinomata per la sua
birra e, oggi visitando parenti, ho trovato una grande quantità di birre in
bottiglia nel negozio presso la fattoria Amerton vicino a Stafford.
Però anche le bottiglie con tappo a corona non sono esenti dalla plastica – il rivestimento del tappo è fatto generalmente di etilene vinil acetato (EVA) o polietilene.
Però si tratta di una piccolissima quantità per bottiglia e serve a formare un sigillo a tenuta d’aria tra vetro e metallo.
Secondo la Società Internazionale di Collezionisti di Tappi Corona , i tappi sono stati inventati a Baltimora da William Painter nel 1891 e sigillati con Sughero massiccio fino al 1915 dopo di che fu usato sughero composto seguito poi dalla plastica.
La stessa fattoria aveva della pasta pronta per il forno congelata e senza imballaggio, uova sfuse e frutta e verdura.
Ma più tardi al negozio dei contadini di Stafford, non ebbi
successo cercando di comprare il formaggio locale non confezionato.
John e Tom Heath, padre e figlio al banco dei formaggi di Bertelin spiegarono che la politica ambientale locale vuole che il loro formaggio della Staffordshire avvolto nella stoffa sia venduto in pezzi sottovuoto.
Tom suggerì di girare per i negozi delle contee vicine e disse che questa non era una politica uniformata. “Una donna al negozio delle fattorie Cheshire tagliava fette per i clienti da una intera forma di formaggio, intendeva che il suo prodotto sembrava essere più tradizionale del nostro”...E UNA SETTIMANA E' ANDATA
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- Creato Lunedì, 11 Agosto 2008 15:16
di Chris Jeavans
8 agosto 2008
Così finisce la prima settimana di "nessuna nuova
plastica". Non abbiamo esaurito le cose da mangiare, ho ricordato il mio pranzo
ogni giorno e il bidone della cucina non si è ancora trasformato in un miscuglio
puzzolente.
Tuttavia, sono consapevole del fatto che la transizione è stata attenuata dall’aver
utilizzato ancora un po’ di derrate alimentari acquistate precedentemente al 1
° agosto. Idem per gli articoli da bagno.
Le cose potrebbero cominciare ad essere un po’ più complicate la prossima
settimana quando tutte queste scorte saranno terminate (la carta igienica è una
particolare preoccupazione).
E non dimentichiamo che ho infranto il mio impegno di niente-plastica più volte questa settimana:
* 1 tazza di carta con polistirolo esterno
* 1 bastone di palloncino
* 1 coperchio per la tazza di carta da tè acquistato
sul treno poiché l’addetto al buffet non mi ha lasciato andare senza nel rischio
che versassi il tè su un altro passeggero
* 1 bottiglietta di succo di mela per mio figlio che
non sono riuscita a trovare in vetro e avevo dimenticato di portare con me
* 4 aggeggi da birra (il
meccanismo interno alle lattine che ne permette il versamento)Sono infastidita con me stessa per questo, dal
momento che avevo rimosso attentamente il nastro che tratteneva la quadrupla
confezione prima di comprarla. È stato più tardi che mi sono accorta che
l’aggeggio nella lattina era destinato ad essere di plastica – un veloce
attacco con un apriscatole confermò i miei sospetti
* 19 eco-pannolini " usa e getta". Principali aggiunte al mucchio di plastica, anche se contengono principalmente "bio-plastica", piuttosto che roba a base di petrolio. Questa settimana non sono davvero riuscita ad imbroccare bene il mio programma di lavaggio-pannolini.
Il papa predica bene, la curia razzola male - Schöpfung: die Worte des Papstes und die tauben Ohren
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- Creato Domenica, 10 Agosto 2008 12:28

Oggi secondo il Pontefice «possiamo constatare che il creato geme e attende persone umane che lo guardino a partire da Dio. Il consumo brutale della creazione inizia dove non c’è Dio, dove la materia è ormai soltanto materiale per noi, dove noi stessi siamo le ultime istanze, dove l’insieme è semplicemente proprietà nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi; inizia (...) dove dobbiamo possedere tutto ciò che è possibile possedere. Io credo, quindi, che istanze vere ed efficienti contro lo spreco e la distruzione del creato possono essere realizzate e sviluppate, comprese e vissute soltanto là, dove la creazione è considerata a partire da Dio. (...). Non si tratta soltanto di trovare tecniche che prevengano i danni, anche se è importante trovare energie alternative ed altro. Ma tutto questo non sarà sufficiente se noi stessi non troveremo un nuovo stile di vita, una disciplina fatta anche di rinunce, una disciplina del riconoscimento degli altri, ai quali il creato appartiene tanto quanto a noi che più facilmente possiamo disporne». Angelus del 10.08.08 a Bressanone
Parole importanti che oltre ad ammettere la sofferenza dell’ ambiente, ne denunciano la causa nei comportamenti umani quando sono volti solo al mero consumismo e al mercato. Da sottolineare soprattutto le soluzioni che il Pontefice propone che non possono essere solo tecnologiche, ma devono nascere da una modifica degli stili di vita, fatta anche di rinunce. (Decrescita felice ?)
Una filosofia della Chiesa sull’ambiente che dovrebbe smuovere anche la Chiesa locale sulle diverse tematiche dello sviluppo più o meno sostenibile: da quel simbolo principale del consumismo che sono gli inceneritori alla continua cementificazione delle città e dei paesi fino alla mobilità dei tunnels e dei parcheggi.
Poche o nulle le voci in questo senso dalla nostra Chiesa e dal nostro vescovo; precisi invece i comportamenti di almeno una parte della Curia, con esempi passati ( il parcheggio dell' ordine teutonico e il Gingko di via Weggenstein) e recenti (Una foresta sullo Sciliar sventrata dalla diocesi - Fattor Alto Adige 8.8.08 ).
Che la nostra diocesi segua, invece che la linea papale, la linea Durnwalder della Provincia "più ecologica del mondo” ?
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Schöpfung: die Worte des Papstes und die tauben Ohren
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/ parrocchia-bressanone_it.html
Im Zuge seines Angelus hat sich Papst Benedikt XVI. am letzten Sonntag mit dem Verhältnis Mensch-Natur beschäftigt und ausgesagt,dass die Umwelt vor allem unter dem konsumistisch-egoistischem Verhalten der Menschheit leidet.
Die Lösung der Umweltproblematik läge nicht nur im technologischen Bereich, der es z.B. ermöglicht, alternative Energiequellen zu schaffen, sondern vor allem in einer neuen Lebenseinstellung der Menschen, die auf Verzicht (Prinzip der Nachhaltigkeit) und Respekt vor anderen Lebensformen beruht.
Diese Philosophie sollte auch von der lokalen Kirche übernommen werden: sind nicht auch die Verbrennungsöfen, die ständig steigende Zahl von Tunnels, Parkplätzen, zementierten Flächen ein Ausdruck des Konsumismus?
Leider nehmen die lokale Kirche und der Bischof keine Stellung zu diesem Thema; im Gegensatz zu den Aussagen des Papstes, ist die Vorgangsweise der Kurie eine entgegengesetzte: so vor einiger Zeit die Geschichte der alte Gingko-Baum in der Weggensteinstraße und jetzt ein Stück Wald, Eigentum der Kurie, wird bald im Schlerngebiet gerodet.
Da fragt man sich: folgt die Kurie den Worten des Papstes oder eher denen unseres Landeshauptmanns Luis Durnwalder, der Präsident der „ökologischten Provinz der Erde?"
Claudio Vedovelli
I PANNOLINI: UNA SITUAZIONE DIFFICILE
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- Creato Sabato, 09 Agosto 2008 10:12
I PANNOLINI: UNA SITUAZIONE DIFFICILE
di Chris Jeavans
7 agosto 2008
Quando raccolsi la mia spazzatura per un mese calcolai che
mio figlio usava circa 120 pannolini usa e getta, un quinto della plastica nei
rifiuti di casa.
Oltre a questi vi erano straccetti usa e getta (di solito fatti di poliestere, però talvolta di carta) in pacchetti di plastica, sacchettini di plastica per i pannolini più puzzolenti e sacchetti per la pattumiera.
I pannolini usa e getta sono fatti da ovatta assorbente proveniente dalla polpa di legno, tenuta insieme da fogli di materiale sintetico.
L’ovatta contiene un polimero super assorbente (cristalli di gel di poliacrilato che si gonfia con l’umidità) e il pannolino è rivestito all’esterno da un foglio di plastica.
Secondo l’Agenzia per l’Ambiente, i 2,5 miliardi di pannolini venduti ogni anno nel Regno Unito si trasformano in 400.000.tonnellate di rifiuti trasferiti in discarica o in altro modo, 2-3% del totale dei rifiuti domestici
I pannolini riutilizzabili in stoffa evitano il problema delle discariche ma l’Agenzia perl’Ambiente ha scoperto nel suo “rapporto dell’analisi del ciclo di vita del 2005 ” che essi hanno un altro impatto ambientale specialmente in relazione al lavaggio.
In pratica l’agenzia dice che l’impatto ambientale complessivo di pannolini usa e getta e riutilizzabile è uguale, però gli autori della campagna “Real Nappy” ne mettono in discussione le conclusioni.
Era chiaro che per evitare uno spreco di plastica avrei dovuto indirizzarmi verso quelli riutilizzabili.
Con l’aiuto del sito internet The Nappy Lady che dà informazioni personalizzate sui pannolini, ho trovato una soluzione totalmente libera da plastica e poliesteri – un pannolino da legare in cotone biologico con pantaloncini in lana da mettere sopra.
La mia informatrice, Susanna, mi avvertì che questo non era
un pannolino che avrebbe normalmente raccomandato e suggerì di comprare alcuni
pannolini dal taglio tradizionale quale riserva.
Questo fu un sano consiglio. Non solo ho legato i pannolini attorno ad un essere di 18 mesi che si contorceva (un cliente del sito lo descrisse come un “cercare di fare un origami su un illusionista”) ma i pantaloncini di lana sono stati un incubo.
Per farli diventare impermeabili prima del loro primo uso richiedono di essere inzuppati nella lanolina per una notte intera, risciacquati e poi asciugati, che richiede almeno 36 ore dal momento che non li puoi strizzare.
Ma c’è di più, non sapevo che avrei dovuto fare l’operazione lanolina tre volte prima di avere un effetto pieno.
In breve, li mise una volta e io passai il resto della settimana lavando a mano, lanolinizzando e asciugando pantaloncini di lana. Dovrei perseverare però ho l’impressione di non aver fatto ancora un buon esperimento.
Gli altri riutilizzabili hanno avuto maggior successo. Contengono un po’ di plastica però dal momento che li ho comprati prima di cominciare questo esperimento e non intendo gettarli non incidono sui termini della sfida.
Contengono il 90% di cotone, il 10% di poliesteri, pannolini assorbenti, giusto della stessa forma di quelli usa e getta che si fissano con nastri di velcro.
Il pannolino si inzuppa e un foglio di carta serve ad evitare che la popo scorra fuori (sebbene questo sia molto meno semplice e più caotico di come suona)
Un involucro di poliuretano/poliestere all’esterno impedisce
all’umidità di raggiungere il mondo esterno. I pannolini usati e gli straccetti
di stoffa sono custoditi in una scatola con coperchi e lavati a 60 gradi.
Però devo ammettere il bisogno di una via di scampo dalla mia caduta.
Come novizia dei pannolini di stoffa, ho dovuto far combaciare la mia routine di lavaggio con le necessità, così abbiamo rincorso il lavaggio e l’asciugatura dei pannolini diverse volte.
In più i primi due giorni non c’era nulla da fare in quanto i pannolini assorbenti dovevano essere lavarti ed asciugati in modo da renderli assorbenti.
In questi esempi ho usato pannolini usa e getta Nature Babycare, che contengono una bio-plastica prodotta dall’amido di grano che si dice biodegradabile al 60%(però come per tutti I materiali biodegradabili dipende dalle condizioni nelle quali vanno a finire).
Però anche la bio –plastica la conto come plastica perciò la aggiungo al mio totale mensile.L’alternativa - fare senza pannolini del tutto - non era una cosa che avevo voglia di considerare. Forse una anticipata educazione al vasetto non è una idea così malvagia.
IL BIDONE
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- Creato Sabato, 09 Agosto 2008 09:58
di Chris Jeavans
6 agosto 2008
Eliminare le plastiche ha ridotto il nostro bidone
della spazzatura della cucina considerevolmente, ma è molto strano abituarsi a
vivere senza sacchi neri per le immondizie.
La pattumiera ha una parte interna dove, in teoria, si potrebbero mettere i
rifiuti alimentari, svuotarla nel bidone quando è pieno e lavare la parte interna
con il tubo da giardino. In teoria.
In pratica io non ho voglia di fare tutto ciò così sto cercando di proteggere il
mio bidoncino dal grosso dei liquami.
Ciò ha comportato il rivestire il bidone con giornali, avvolgere i rifiuti alimentari prima di buttarli
e mettere tutti i miei scarti umidi di frutta e verdura nel mucchio del compost.
Ma l’effetto di tutto questo è di deviare il giornale dal nostro bidone del riciclaggio
nel normale flusso di rifiuti - che è destinato alla discarica.
Ciò ha grandi inconvenienti: la creazione di carta richiede un sacco di risorse
(legno, acqua, energia) così gettarla via è molto inefficace. La carta occupa
anche un sacco di spazio in discarica e si degrada lentamente.
E poi, come tutti i materiali biodegradabili nelle discariche, quando si
disferà, lo farà in condizioni anaerobiche, creando il potente gas a effetto
serra, il metano.
Avvolgere i rifiuti nella carta può anche essere semplicemente impraticabile.
Con il giorno della raccolta della spazzatura che incombe (oggi), ho iniziato a
pensare che la nostra pattumiera riempita con rifiuti-pacco sarebbe stata respinta
dai netturbini, così ho chiamato il comune.
All'inizio erano incerti. La donna della linea " Borgo più pulito, borgo
più ecologico " mi ha detto che mettere rifiuti senza sacco potrebbe "rovinare"
la mia pattumiera e me lo sconsiglia fortemente.
Tuttavia, quando ho telefonato al team del riciclaggio erano d’accordo, dopo
qualche
discussione, che gli
uomini della spazzatura dovrebbero
essere in grado di rovesciare la pattumiera direttamente nel camion di raccolta.
In caso contrario, dovrò scusarmi con i miei vicini per il bidone puzzolente e trovare qualche altra soluzione.
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